Balboa Park, l’anima spagnola di San Diego

Se state cercando l’anima spagnola di San Diego lasciate perdere Old Town, un luogo terribilmente turistico (anche se, come del resto ovunque in città, si gode di un tramonto bellissimo) e dirigetevi invece verso Balboa Park, cuore verde della città. Io ci sono stata per la prima volta proprio all’ora del tramonto, e me ne sono innamorata!

Balboa Park è un grande parco situato nel centro di San Diego, che ospita nella parte nord diverse aree verdi perfette per praticare sport, e soprattutto una grande varietà di musei, tra cui l’Air and Space Museum e il famosissimo zoo, di cui vi ho parlato qualche settimana fa. La parte che però ho apprezzato di più è quella meridionale, dove si trovano diversi edifici risalenti all’epoca di dominazione spagnola, quasi tutti trasformati in musei ma anche utilizzabili come location per matrimoni. L’edificio che più mi ha colpita è sicuramente l’antica cattedrale, che oggi non è più una chiesa ma un museo antropologico, per cui ovviamente va pagato il biglietto d’ingresso.

Altro punto di interesse, non lontano dal museo antropologico, è l’imponente San Diego Museum of Art. Al suo fianco, spesso dimenticato, c’è il Timken Museum of Art, piccolo e visitabile gratuitamente. Oltre che per questa importante caratteristica, io l’ho scelto perché ospita alcuni dipinti di pittori fiamminghi, e soprattutto del mio amato Pieter Bruegel. Anche se è composto da sole quattro sale vale davvero la visita!

Valgono la passeggiata anche padiglione botanico, di cui mi è piaciuto soprattutto l’aspetto esterno, e il giardino giapponese. Balboa Park è tutto questo, un insieme di arte e natura, unite in un luogo tranquillo. Nel weekend è un po’ più affollato, ma non per questo perde la sua nota di pace. Io però ci sono stata anche in momenti meno tranquilli e più vivaci: tutti i venerdì sera estivi, infatti, la via principale del parco si anima di foodtruck, bancarelle varie e musica. Comprate la vostra cena e sedetevi vicino alla fontana, godendovi il tramonto. Non c’è modo più bello per salutare il sole in città.

Liberty Station, il mio luogo (non più) segreto

Avete presente quando tutti parlano di un luogo vicinissimo a dove abitate, e che magari riscuote pure tanto successo, e voi non ci siete mai stati perché, appunto, è talmente vicino che non gli prestate attenzione? Ecco, a me è successo lo stesso con Liberty Station, ma ho rimediato in fretta e ha occupato in fretta un posticino nel mio cuore.

Liberty Station è una grande zona verde situata a Point Loma, che di stazione non ha proprio nulla: l’unico collegamento che riesco a trovare è con la base di addestramento dell’aeronautica, come testimonia un bellissimo murale cartolina, molto simile a quello di North Park. Oltre a un paio di birrerie, qualche ristorante e un meraviglioso caffé/negozio assolutamente hipster, l’attrazione principale è il grande Liberty Public Market, un mercato coperto come quelli che anche in Italia stanno diventando di moda.

All’interno del Public Market ho trovato, ovviamente, tanti nuovi piccoli ristoranti: per ora ho provato la créperia e la pasticceria, oltre a un piccolo (e per nulla economico!) bar che serve solo centrifugati. Durante il finesettimana ho trovato anche qualche bancarella in più, dedicata alla vendita di vestiti, spesso scontatissimi, e di bigiotteria davvero bella. Immancabile anche un banchetto che vende candele, e che ahimé non ho potuto comprare perché si avvicina il momento in cui dovrò imbarcare un bagaglio in stiva e sto cercando, temo inutilmente, di non pagare la sovrattassa per il peso extra.

Altro punto di interesse, che ho ovviamente dovuto provare, è il cinema: fa parte di una catena che non avevo mai sentito nominare, The Lot, e in città è presente anche nella zona di La Jolla. Ogni sala offre comodissime poltroncine reclinabili e un servizio “al tavolo”: premendo un pulsante infatti sarete serviti da un cameriere e potrete ordinare da un discreto menù che comprende proposte sia dolci che salate. Quello che però preferisco fare qui è quello che ho sempre sognato di fare negli Stati Uniti, che mi sembra totalmente impensabile in Italia visto che viviamo circondati da ficcanaso: sedermi su una panchina di fronte allo specchio d’acqua che separa Liberty Station dall’aeroporto, magari con un chai tea latte da sorseggiare, e stare tranquilla a guardare gli aerei decollare e atterrare. Non è niente di speciale, ma so già che mi mancherà.

Ci vorrebbe un North Park in ogni città

Ho un problema: ogni volta che a San Diego visito un nuovo quartiere trovo qualcosa che me lo fa piacere in modo particolare, e quindi diventa il mio posto preferito… finché non passo al quartiere successivo. Ecco, con North Park è successo così, e si è accodato a Balboa Park e Liberty Station. Venite con me per una passeggiata alla scoperta di questa zona indie!

In realtà il motivo che mi ha spinta fin qui è stato il celeberrimo murale Greetings from San Diego, quasi invisibile se non lo si cerca bene: si tratta di un murale collocato sul lato di un edificio basso, che al suo interno ospita un pub. Dalle foto sembra veramente grande e non ci si aspetterebbe mai che la sua location corrisponda in realtà a un parcheggio circondato da palazzi: proprio per questo è difficile da notare, e nonostante la sua popolarità su Instagram non ho trovato tanta gente in coda per fotografarlo. A me piace per il suo aspetto da cartolina, e perché in ogni lettera è disegnato un elemento tipico della città: le Sunset Cliffs, il Coronado Bridge, perfino la bandiera statunitense affiancata a quella messicana, per ricordare la vicinanza al confine.

L’opera è posizionata poco dopo l’incrocio tra la 30th Street e la Howard Avenue: io sono poi tornata indietro, proseguendo sulla Trentesima, alla ricerca di uno spuntino. L’ho trovato in University Avenue, da Hammond’s Gourmet Ice Cream: ovviamente si tratta di una gelateria, che ha la particolarità di servire più di cento gusti diversi, che sono esposti a rotazione in gruppi di 32. Il modo più divertente di assaggiarli è decidere di gustarli uno per uno, comprando da 2 a 32 piccoli coni posizionati nell’apposito contenitore, perfetto per uno scatto da blogger! Vi avverto però, questa gelateria non è affatto economica: ecco perché mi sono limitata alla normale (ma ugualmente soddisfacente) coppetta da due gusti. Il mio preferito? Lavanda, senza dubbio!

Se invece state cercando una vera pausa pranzo, vi consiglio Poki, a breve distanza dalla gelateria. Questo locale è molto popolare a San Diego, tanto che la città ospita punti vendita in diversi quartieri: semplicemente riempite la vostra ciotola di riso o insalata e aggiungete pesce crudo e salsette! Una variante di sushi, perfetta quando ne sentite la mancanza e non trovate un all you can eat nelle vicinanze. North Park inoltre brulica di pub di diverso genere, e la birra non può mai mancare.

E’ un quartiere davvero indie, che all’apparenza può sembrare trasandato ma che io ho trovato piacevole e tranquillo, perfettamente in linea con la filosofia easy going della città. I murales sono ovunque, piccoli o grandi, e danno un tocco artistico alle strade. Mi sono piaciuti anche i diversi negozi, in cui potrete trovare saponi, candele, meravigliosa bigiotteria o tshirt veramente californiane. Insomma, io lo consiglio per una passeggiata nel fine settimana! Se poi volete sedervi e rilassarvi nel verde, percorrendo tutta la Trentesima e poi girando a destra, vi ritroverete al limitare di Balboa Park, in una zona verdissima, perfetta per praticare sport o per stendersi sul prato.

Pomeriggio a mille zampe al San Diego Zoo

E’ probabilmente l’attrazione più conosciuta della città, e uno dei più conosciuti (se non il più conosciuto) zoo al mondo: la scorsa settimana ho visitato lo Zoo di San Diego e dopo aver trascorso il pomeriggio a schiacchiarmi la faccia contro vetri e recinzioni come una bambina di cinque anni, dovevo condividere la mia esperienza. Per prima cosa, però, provvedete a (ri)vedere Madagascar e segnatevi le spassose battute a riguardo!

Eh, siamo qui… Ma esattamente, dov’è qui? San Diego: bianche spiagge sabbiose, ambiente simil-finto naturale, spazi aperti personalizzati! Siamo in California e questo è lo zoo di San Diego!

Il San Diego Zoo si trova al centro di Balboa Park, una meravigliosa area verde piena di musei ed edifici costruiti secondo lo stile spagnolo (ve ne parlerò in un prossimo post!): al suo interno sono ospitati più di 4000 animali appartenenti a circa 800 diverse specie, un paradiso per ogni veterinario! Il biglietto d’ingresso non è esattamente economico, dato che la tariffa base per gli adulti è 52 dollari, ma io ho potuto usufruire di un’offerta e sono quindi entrata spendendo la metà: non credo che avrei investito i soldi del biglietto a prezzo pieno, quindi sono molto soddisfatta di aver potuto risparmiare.

Lo Zoo si divide per differenti aree, ciascuna dedicata ad un diverso habitat naturale: le ricostruzioni sono davvero molto curate, ma comunque resta un po’ strano vedere un orso polare e qualche pinguino in California! Tra gli ospiti più famosi ci sono sicuramente i panda, visibili percorrendo uno speciale sentiero che conduce ad un’area a loro esclusivamente dedicata, che ogni giorno è presa d’assalto dai tanti turisti! Io ho apprezzato particolarmente l’ambiente australiano, pieno di koala, e la vasca con gli ippopotami: purtroppo quando sono passata erano completamente immersi, ma la visibilità era abbastanza buona.

Preparatevi ad una lunga camminata: il parco è visitabile tranquillamente in un solo pomeriggio, ma alcuni animali sono più attivi in determinate fasce orarie, quindi magari controllate preventivamente sul sito web per avere più informazioni! Vicino alle gabbie di alcuni lemuri, ad esempio, è proprio affisso un cartello che spiega la loro assenza. Tra le diverse attrazioni, una molto utilizzata è la visita comodamente seduti su alcuni bus: gli autisti fungono da guide turistiche e si fermano spesso per permettere ai passeggeri di vedere gli animali anche senza avvicinarsi alle gabbie. La mia preferita resta però la funicolare che attraversa lo Zoo da un capo all’altro, regalando una vista meravigliosa su Balboa Park: la corsa è breve, ma con il bel tempo (di cui ovviamente non ho goduto) si scattano foto davvero spettacolari, sembra quasi di essere dentro Jurassic Park!

Quando hai fame a San Diego: speciale In-N-Out Burger

La parte che preferisco dei miei racconti di viaggio è ovviamente quella in cui parlo di cibo: non poteva perciò mancare un capitolo speciale dedicato al fast food più famoso della West Coast, la controparte californiana di Shake Shack: In-N-Out Burger, che con i suoi famosissimi vassoi pieni di hamburger, patatine fritte e milkshake sta spopolando su Instagram!

Nata nel 1948 a Irvine (non lontano dal Los Angeles), questa catena è probabilmente la più famosa della West Coast: in ogni suo locale si consuma l’esperienza antropologica riguardante cibo più gustosa a cui abbia mai partecipato! Conoscevo la fama dei suoi hamburger, e non me ne voglia la mia amata East Coast, ma In-N-Out si colloca ad un livello superiore rispetto a Shake Shack. La qualità dei prodotti si è mantenuta medio-alta, nonostante si tratti comunque di un fast food e quindi non sia esattamente un pasto sano. Vi posso garantire, però, che ogni alimento, benché si tratti di semplice e reclamizzato junk food, è curato con attenzione.

La scelta dei panini è veramente ristretta, e questo a mio parere concorre nel mantenere un buon livello di prodotti: a disposizione del consumatore infatti, oltre alle bibite, ci sono il classico hamburger, il cheeseburger e il meraviglioso Double Double, con doppia carne e doppio formaggio (non è difficile indovinare quale tra questi è finito nel mio stomaco). Completano l’offerta patatine fritte e milkshake, nei gusti vaniglia, cioccolato e fragola. In ogni panino non mancano insalata e pomodori, e a scelta anche cipolle cotte o crude. Dopo aver pagato vi sarà assegnato un numero e potrete rifornirvi di ketchup e tovagliolini mentre aspettate la vostra ambrosia moderna. Il pane è morbido, la carne ben cotta, le salse saporite al punto giusto, le patatine né troppo molli né troppo croccanti, il milkshake denso: un vero paradiso per chi vuole davvero assaggiare gli Stati Uniti!

Per me i punti a favore non finiscono qui: ogni locale è arredato nello stile tradizionale di un diner americano, con piastrelle chiare, scritte al neon, piccoli tavoli e sedie girevoli rosse e bianche. Sembra un po’ di stare in un episodio di Happy Days! Ulteriore punto a favore, per una squattrinata come me, è il prezzo: il panino più caro non costa più di due dollari, e volendo provare la combinazione panino-patatine-bibita-milkshake non si spendono più di 9 dollari. Garantisco che i panini non hanno dimensioni lillipuziane e uno solo, insieme alla patate fritte, può saziarvi e costituire un pasto! Ho poi scoperto due piccoli segreti: è possibile apportare alcune migliorie al proprio panino, ad esempio aggiungendo fino a 4 fette di carne. Il fondo di ogni bicchiere, poi, nasconde un messaggio: sono riportate citazioni bibliche, attraverso le lettere e i numeri che indicano nome e capitolo del libro a cui appartengono. Presterò più attenzione alla comunicazione la prossima volta che mi berrò un milkshake!