Dal 29 luglio 2011 mi affligge una tremenda nostalgia, che ho tentato di calmare in ogni modo, con foto, canzoni, film e libri. E’ successo, quindi, che andassi al cinema a vedere qualunque film avesse nel trailer uno skyline a me riconoscibile in pochi fotogrammi, e che leggessi ogni libro esposto in libreria che mi saltasse all’occhio con due magiche parole: New York. Il romanzo di cui vi propongo la recensione, La ragazza di Brooklyn, l’ho scelto proprio in questo modo.
Raphaël è uno scrittore parigino di successo, che cresce il figlio Théo senza la madre; sta per sposarsi con Anna, un giovane medico che l’ha conquistato in breve tempo. Una sera, mentre la coppia sta trascorrendo un breve periodo di vacanza nel sud della Francia, Anna rivela a Raphaël il suo segreto più recondito, e il fidanzato, inorridito, scappa. Nonostante torni subito sui suoi passi, al suo ritorno Anna è scomparsa, non risponde al cellulare, è irrintracciabile; lo scrittore torna così a Parigi, e insieme all’amico Marc Caradec, ex poliziotto, inizia la sua indagine privata per ritrovare la donna che ama, prima nella capitale francese, poi nella campagna tra Alsazia e Lorena, e infine dall’altra parte dell’Oceano, nella brillante New York.
La ragazza di Brooklyn è l’ultimo romanzo di Guillaume Musso, ma non il suo unico libro da me letto: lo stesso motivo che me lo ha fatto scegliere mi ha fatto comprare anche Central Park, e non ho potuto non fare un confronto tra i due volumi. Musso ha una scrittura estremamente coinvolgente, riesce a non farmi staccare gli occhi dalle pagine e a macinarne sempre di più pur di arrivare alla soluzione del mistero, sempre ben congegnato. La descrizione dell’ambiente è minuziosa ma non pesante, sembra davvero di trovarsi nei luoghi che l’autore ha scelto per il suo thriller.
Conoscendo già Musso come autore ho imparato a far caso a ogni dettaglio, anche al più piccolo, perché con lui il colpo di scena è continuo: non appena vi sembra di aver capito qualcosa in più sul mistero che caratterizza il libro, ecco che succede qualcosa che rimescola tutti i nostri pensieri di lettori, e rende ancora più difficile trovare una traccia a cui appigliarsi (anche se in realtà, questa volta, i miei sospetti su un particolare personaggio si sono ritrovati fondati). Anche in questo romanzo si mescolano trhiller e storie d’amore, si va oltre i pregiudizi che possono caratterizzare i personaggi non appena li conosciamo, si mescolano tante storie diverse e poi, magicamente, Musso ci fa arrivare alla soluzione. E’ sempre stata lì, sotto il nostro naso, ma il talento di un bravo scrittore sta proprio nel riuscire a mantenere i propri segreti. Unica nota negativa: a mio parere, questa volta il colpevole è stato piazzato in un punto poco raggiungibile dall’immaginario del lettore, una persona che davvero difficilmente si poteva prendere in considerazione.