Eleanor Oliphant Sta Benissimo, la mia recensione del caso editoriale Garzanti

Forse per la prima volta mi ritrovo a leggere (e recensire) un caso editoriale, un libro che è sulla bocca di tutti e che sicuramente avrete anche notato in libreria. Eleanor Oliphant Sta Benissimo è la lettura dell’estate, e Garzanti ha fatto centro assicurandosi i diritti di un’opera destinata a far parlare di sé. Io però non sono totalmente d’accordo con la maggior parte delle opinioni sentite in giro…

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Calamite in libreria: la mia recensione di L’orologiaio di Filigree Street

I pericoli delle librerie sono molteplici, e non parlo del fatto che potrebbe disgraziatamente cadervi addosso uno scaffale e seppellirvi tra pagine e polvere. No, intendo più quei libri dalle copertine meravigliose, riccamente decorati e che vi fanno pensare che al loro interno sia scritta una storia avvincente. Comprate il libro (che non è neppure economico), tornate a casa a leggerlo e scoprite dopo poche pagine che in realtà il nuovo romanzo è piuttosto deludente. Ecco, mi è successo così con L’Orologiaio di Filigree Street.

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La Musa e il ritorno di Jessie Burton

Vi ricordate di Il Miniaturista? E’ stata una delle prime libro-recensioni che ho scritto qui sul blog: un romanzo letto in lingua originale, comprato principalmente perché la copertina mi piaceva tantissimo, e su cui avevo avuto pareri contrastanti. Con La Musa Jessie Burton è tornata nella mia libreria, ancora una volta in lingua inglese: ero stanca di aspettare la sua uscita in italiano, così ho deciso di buttarmi di nuovo con la lettura in originale.

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Fotografie e numeri: è Il Suono del Mondo a Memoria

Non sono una grande lettrice di fumetti, preferisco di gran lunga i libri: neanche da piccola mi ha mai turbato l’assenza di figure nei libri, per me era un elemento paratestuale assolutamente indifferente. Per questo motivo neppure le graphic novel, romanzi a fumetti un po’ corposi, hanno mai attirato la mia curiosità. Questo, ovviamente, finché non sono diventati di moda e comparsi ovunque, e soprattutto finché non è arrivato Il Suono del Mondo a Memoria.

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Nel Bianco con Ken Follett

Stavo cercando di risparmiare qualche soldino in vista delle feste, poi mi è capitato sotto il naso qualcuno che parlava di un romanzo. Anzi un thriller, di quelli che ultimamente sto leggendo sempre più spesso, e per di più un thriller ambientato sotto la neve, in Scozia, durante il periodo natalizio. E così, questo romanzo di Ken Follett è magicamente scivolato nel mio carrello di Amazon e, ovviamente, una volta arrivato l’ho letto tutto d’un fiato.

Nel bianco è per l’appunto ambientato in Scozia, in una zona non ben precisata ma non molto lontana da Glasgow. Toni Gallo è la responsabile della sicurezza di un importante centro di ricerche mediche, che al suo interno vanta un laboratorio, teatro di elaborazione di nuove cure a virus più o meno letali. Dopo una vita passata in polizia e una cocente delusione d’amore, Toni dà il meglio di sé nel suo nuovo lavoro, anche per compiacere il suo nuovo capo, per cui prova un sentimento molto forte. Purtroppo per lei, sotto Natale un operaio ruba una cavia da laboratorio e finisce per morire, infettato da un potente virus; poco tempo dopo, alcuni ladri rubano l’intera scorta di virus contenuta nel laboratorio, minacciando una grave epidemia. Tra i cumuli di neve e la famiglia del magnate farmacologico, Toni non passerà certo un felice Natale..

Non leggevo un libro di Ken Follett dal liceo, quando, sotto consiglio della mia amica Alice, ho divorato I Pilastri della Terra e Mondo senza fine, due romanzi storici massicci e coinvolgenti. Di questi due tomi ricordavo l’intreccio di vicende e una moltitudine di personaggi apparentemente distanti, che finiscono però per interagire tra di loro: quando ho iniziato Nel bianco, proprio nelle prime pagine tutto questo mi sembrava assente, quindi ho creduto che, visto il cambio di genere, avrei letto un Follett diverso. Niente di più sbagliato: tempo qualche capitolo e la solita scrittura è tornata a farsi strada: descrizioni minuziose, personaggi di ogni tipo, dai vecchi ai giovanissimi, ciascuno indagato in ogni sua sfaccettatura. Per me è stato un apprezzato ritorno al passato!

La vicenda è scorrevole e non particolarmente complicata: la sequenza delle azioni è davvero coinvolgente pur nella sua semplicità e chiarezza, non c’è alcun mistero da risolvere, solo una situazione difficile da affrontare, che capitolo dopo capitolo si complica sempre di più. Nel crescendo di tensione mi è stato davvero difficile lasciare da parte la lettura e dedicarmi a studio e lavoro, tant’è che, se non fosse stato per gli impegni, probabilmente avrei terminato il romanzo in un pomeriggio, e non in tre giorni come invece è successo. L’unica nota negativa è il finale: mi è sembrato affrettato, risolto in poche pagine, e anche abbastanza banale. Avrei preferito esplorare di più il futuro dei protagonisti, e non vederlo ridotto a una breve facciata descrittiva e abbastanza asettica. Per fare questo, però, sarebbe dovuto diventare un romanzo molto più lungo, e non credo fosse l’intento dell’autore.