Eleanor Oliphant Sta Benissimo, la mia recensione del caso editoriale Garzanti

Forse per la prima volta mi ritrovo a leggere (e recensire) un caso editoriale, un libro che è sulla bocca di tutti e che sicuramente avrete anche notato in libreria. Eleanor Oliphant Sta Benissimo è la lettura dell’estate, e Garzanti ha fatto centro assicurandosi i diritti di un’opera destinata a far parlare di sé. Io però non sono totalmente d’accordo con la maggior parte delle opinioni sentite in giro…

Eleanor Oliphant sta benissimo, come recita l’omonimo titolo: la giovane trentenne ha un lavoro, una vita scandita da precise abitudini, persino una madre che ogni mercoledì sera le telefona dal carcere e una cicatrice in viso a ricordarle costantemente questo impegno. Nella sua esistenza priva di calore umano e di slanci, se si esclude il weekend costellato da pizza d’asporto e bottiglie di vodka, Eleanor incontra casualmente il cantante di un gruppo musicale e perde la testa per lui, scegliendo di curare di più il proprio aspetto e dimostrandosi così meno grigia, più degna di attenzioni da parte di chi le sta intorno. Ma le telefonate della madre incombono ogni settimana, e svelano un passato di cui Eleanor non parla volentieri…

Se siete entrati in una qualunque libreria avrete sicuramente notato questo volume dai fiammiferi in copertina, nella pila dedicata ai best seller o casi editoriali. Garzanti ha fatto centro assicurandosi i diritti del romanzo, che ho sentito apprezzato da molti per la sua vicenda toccante e per il carattere della protagonista. Mi trovo d’accordo sulla storyline: è costruita veramente bene, e se pian piano riusciamo a ricostruire cosa è accaduto a Eleanor in gioventù e perché si comporta in modo così strano, il colpo di scena finale è assolutamente imprevedibile, e l’ho apprezzato davvero. Lo stile dell’autrice, Gail Honeyman, è semplice ma permette di entrare facilmente nella quotidianità della protagonista e nella sua sofferenza.

Sul mio cuore ci sono cicatrici altrettanto spesse e deturpanti di quelle che ho in viso. So che ci sono. Spero che resti un po’ di tessuto integro, una chiazza attraverso la quale l’amore possa penetrare e defluire. Lo spero.

Devo invece dissentire su quanto si dice a proposito di Eleanor: divertente, deliziosa, che fa ridere quanti la leggono con le sue stranezze. Ecco, quanti la giudicano spassosa mi sembrano pari ai suoi colleghi di lavoro, che non sanno quanto ha vissuto la donna e di conseguenza non capiscono le sue manie. Eleanor non è spassosa, è una creatura profonda e piena di dignità, che ha deciso di dare uno schema fisso alla sua vita dopo le sregolatezze dell’infanzia, che con fatica e (mi ripeto) con dignità ha deciso di vivere, e che a un certo punto della sua vita riesce anche a uscire dall’ombra e ad apportare cambiamenti alla sua persona. Forse i suoi pensieri sempre sinceri, le sue parole mai filtrate e apparentemente maleducate fanno ridere i più, ma leggendo ho provato profonda empatia per lei e non mi è mai venuto da ridere, al contrario!

Era così che funzionava, quindi, il successo dell’integrazione sociale? Era davvero così semplice? Mettiti un po’ rossetto, vai dalla parrucchiera e alterna gli abiti che indossi? Qualcuno dovrebbe scriverci sopra un libro..

Eleanor Oliphant Sta Benissimo è un romanzo difficile? Ovviamente no, altrimenti non sarebbe un best seller. Il pubblico si divide, c’è chi si è commosso (eccomi) e chi ci ha riso sopra, ma il giudizio è unanime: una lettura scorrevole e piacevole, non scritto con una prosa di particolare qualità ma godibile. E, per me, insegna anche qualcosa su come dovremmo approcciarci ai personaggi più “strani” che incontriamo: sarà un libro banale ma si merita tutte le sue vendite!

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