Quando hai fame a Milano: speciale gelato

Sì, sono ancora viva. No, il caldo estivo non mi ha ancora fatta sciogliere (o quasi). E per inaugurare il mio ritorno nel mio piccolo spazio dopo due mesi lontana dalla scrittura e passati solo a studiare, oggi parliamo del nettare degli déi, della salvezza estiva nella calura di Milano: il gelato!

Credits @gelatogiusto su Instagram.

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Barcellona in 72 ore (e quaranta chilometri a piedi)

Sei anni dopo rieccomi a mettere piede a Barcellona, e questa volta non come trascurabile tappa di un viaggio molto più importante, ma per tre giorni di reunion con le mie prime compagne di stanza a San Diego, sei mesi dopo il nostro ultimo incontro. Stranamente non ho preparato programmi particolari o liste di cose da vedere, non aspettandomi nulla di particolare da questa città. Invece sono rimasta molto contenta di averla (ri)vista e assaporata come si deve, e soprattutto di averci consumato le suole con un totale di circa quaranta chilometri percorsi a piedi!

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Cara Unimi, ti scrivo

Cara Unimi, ci siamo. Dopo cinque anni, molti piani di scale, innumerevoli corse sul 24 e salti tra una sede e l’altra, ore spese in biblioteca (Crociera è in assoluto la mia preferita), compagni di corso amichevoli e professori piuttosto suonati, oggi è il mio ultimo giorno di lezione. L’ultimo per sempre. E poco importa se ancora ci sono di mezzo cinque esami e una tesi per chiudere definitivamente la nostra storia, ma oggi mi sembra proprio che sia la fine di un’era.

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Calamite in libreria: la mia recensione di L’orologiaio di Filigree Street

I pericoli delle librerie sono molteplici, e non parlo del fatto che potrebbe disgraziatamente cadervi addosso uno scaffale e seppellirvi tra pagine e polvere. No, intendo più quei libri dalle copertine meravigliose, riccamente decorati e che vi fanno pensare che al loro interno sia scritta una storia avvincente. Comprate il libro (che non è neppure economico), tornate a casa a leggerlo e scoprite dopo poche pagine che in realtà il nuovo romanzo è piuttosto deludente. Ecco, mi è successo così con L’Orologiaio di Filigree Street.

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Di compromessi e di dialoghi

L’immagine che ho scelto per questo post è forse leggermente ambigua, se non ricordate Il Re Leone: quello è proprio Simba che finalmente riesce a comunicare con lo spirito di suo padre, dopo tanto peregrinare. E Mufasa che fa? Anziché spargere amore, sgrida suo figlio; di più, lo ammonisce con un “Ricordati chi sei” che lì per lì lo lascia spiazzato, ma poi riesce a spronarlo fino a farlo correre al suo vero posto nel mondo.

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